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Massimiliano Allegri: un livornese (quasi) zen

L’intervista post partita di Allegri è un altro match giocato sul campo della comunicazione. Cosa ho scoperto ascoltando le interviste di Massimiliano Allegri (d’ora in poi M.A.)? Quali sono i suoi principi di comunicazione? Penso che lui sia il punto di congiunzione tra due culture distanti tra loro oltre 6.000 km.

Massimiliano Allegri (Tullio M. Puglia/Getty Images)

La comunicazione di un Allenatore Manager

Per definirla dobbiamo fare un passo indietro: capire il suo ruolo alla Juventus e come lui stesso lo interpretava, i principi, e l’immaginario in cui è calato.

Qual era il ruolo di Allegri nella Juventus?

Bisogna fare i complimenti ai ragazzi

Non si poteva non aprire con il refrain con cui M.A. apre (quasi) ogni sua intervista. Il ruolo di allenatore lo impone, certo. Ma come interpreta il ruolo M.A. all’interno di una squadra?

Io mi reputo un manager dell’azienda […], che alla fine dell’anno deve portare a casa il risultato, non solo a livello sportivo, ma anche a livello di crescita dei giocatori. Risultati che incidono alla fine anche sul bilancio della società.

Dunque un allenatore-manager, un gestore.

Fonte: https://it.wikiquote.org/wiki/Massimiliano_Allegri

È in questa affermazione “esistenziale” che il refrain acquisisce senso e direzione: la funzione dell’allenatore – manager nella relazione coi giornalisti/media è quella di comunicare all’esterno per agire all’interno.

“Bisogna fare i complimenti ai ragazzi” cioè: il gruppo prima di tutto.

Zen/Mindfullness: ma per davvero?

L’approccio zen si basa (in estremissima sintesi) su semplicità, consapevolezza, equilibrio. “In sanscrito dhyana, in cinese ch’an, in giapponese zen: pensare, riflettere, meditare. Un percorso linguistico, storico e culturale, che descrive come lo Zen (…)” sia “una metodologia dello spirito, della coscienza e della mente che può essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo. Lo Zen è una Via semplice, diretta e concreta che ci riporta alla realtà, “qui e adesso”.

Fonte: https://www.monasterozen.it/monastero-zen-il-cerchio/cosa-e-lo-zen/

I principi comunicativi su cui verte la comunicazione di M.A. sono basati sulla semplicità, lucidità, controllo, equilibrio, usare la forza dell’avversario e un approccio fortemente strategico.

Infatti, a differenza dell’approccio tipico di un manager che entra in un nuovo contesto aziendale è cambiare “per far vedere”, quello di M.A. è diverso:

Arrivare in un posto [la Juventus] e stravolgere tutto togliendo certezze a giocatori che avevano vinto 3 scudetti sarebbe stato da persona poco intelligente. E ritenendomi una persona discretamente intelligente… Poi con il passare del tempo e delle situazioni sono passato alle mie idee, conservando comunque quello che era stato costruito.

Citato in Guido Vaciago, Allegri: «La festa vogliamo farla contro il Real!», Tuttosport, 3 maggio 2015, p. 2.

Ma in quali momenti M.A. racconta in modo più mirato la sua filosofia?

In genere, viene comunicata nei momenti di maggior pressione in modo da gestire l’emotività del gruppo (nel senso più ampio del termine, come squadra e società), non deprimerlo, infondere equilibrio, proprio come un buon manager.

Il koan nella comunicazione

23 febbraio 2019. La Champions League è l’obiettivo fondamentale della Juventus. Dopo l’acquisto stagionale di CR7, lo diventa in modo ancora più esplicito. Ma agli ottavi di finale le cose si mettono male: ha perso la partita di andata contro l’Atletico Madrid per 2 a 0 ma peggio ancora non è sembrata mai in partita. Il ritorno sarà molto difficile, la Juventus non può prendere gol ed in più dovrà farne almeno 1 in più all’Atletico. Cosa non scontata perché l’Atletico è una squadra solida. Difende bene, sbilancia l’avversario, attacca. E vince. Durante la conferenza stampa del campionato siamo di fatto, comunicativamente parlando, già nel pre- Juventus Atletico Madrid. I tifosi come i giornalisti si chiedono quale sarà la preparazione alla partita e se verrà ribaltato il risultato? La risposta sembra un koan zen:

Rigiocare subito Atletico-Juve sarebbe un errore: ci vuole tempo, per lavorare un pezzo alla volta, come una bottiglia da riempire giorno dopo giorno.

E quel riempire è il lasciare andare i pensieri “nevrotici”.

Fonte: https://www.calcioweb.eu/2019/02/conferenza-stampa-allegri-live/10290575/#bdAUBWO6zx3fGXg8.99

Fondamenti della comunicazione zen di Allegri

Semplicità

La cosa più difficile è rendere semplici le cose:

Come idea dominante del suo calcio e dei suoi pensieri: sembra quasi una massima zen letta da un libro di UX.

Usare la forza dell’avversario

“Sfruttare la forza dell’avversario per rivolgerla contro di esso.” http://www.sensei.it/Budo/Aikido/default.asp

Campionato 18-19. La Juventus ha perso lo scontro diretto contro il Napoli, a Torino. È ancora 1° in classifica ma il Napoli è subito dietro con una serie di partite più “semplici” da disputare fino alla fine del campionato. È un momento critico: il rischio maggiore è che la squadra perda il 1° obiettivo stagionale. La conferenza stampa post partita è tesa, M.A. ha perso una partita fondamentale, un giornalista mette in dubbio la qualità del gioco della squadra. Potrebbe rispondere entrando nello stesso piano comunicativo del giornalista, invece, ribalta la critica e la utilizza come valvola motivazionale per il suo gruppo, difendendolo:

https://www.youtube.com/watch?v=1UnQwGgVW9o

E in campo come è andata a finire? Nella partita successiva la Juventus vinse negli ultimi minuti contro l’Inter, il ché è sintomatico del livello motivazionale della squadra.

Controllo

Se non puoi fare niente, che cosa puoi fare?” (Koan Zen). Quasi fatalista, utilizza una delle sue tipiche affermazioni per infondere tranquillità, senza proiezioni ansiogene sulla partita. Insomma, controlla quello che puoi controllare, lascia andare il resto. Ed è proprio questa filosofia che vuole comunicare:

Faremo una grande partita, se vinceremo o perderemo non lo so

Fonte: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/juventus/2018/04/23/news/allegri_scudetto_lotta_con_napoli-194599836/

Controllo significa anche dosaggio perché: “Il leone usa tutta la sua forza anche per uccidere un coniglio.” (L’arte della guerra, Sun Tzu). Durante le interviste M.A. racconta il suo approccio strategico al calcio, ovvero: la stagione, il gruppo, le dinamiche interne, le pressioni esterne, l’azienda-società. Parla dei molteplicimomenti della stagione” che, nel più piccolo, diventano anche i momenti della partita (quante partite ci sono in una partita?) fino ad affermare, nel suo trattato personalissimo per la vittoria:

È come nell’ippica, basta vincere di musetto, di corto muso. Chi vince di corto muso è primo, chi perde è secondo. Se il Napoli non le vince tutte da qui alla fine, 84 punti bastano e avanzano.

Fonte: https://www.ilbianconero.com/a/allegri-ma-quale-record-vinco-di-muso-come-i-cavalli-video-23991

Equilibrio

Se un principio zen è l’equilibrio, nel post Juventus-Tottenham dopo un 2-2 di Champions League 17-18 ai quarti di finale, lo ripete con la sua cifra stilistica (diciamo meno zen nella forma):

Qui si ha degli alti bassi da paura

Oppure

Non si passa ad essere fenomeni a brocchi in una settimana

Fonte: https://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/juventus/2018/04/27/news/juventus_allegri_verso_inter_dybala-194925879/

L’immaginario nella comunicazione del Manager Allenatore

 

Nella comunicazione pubblica di M.A. c’è un elemento fondamentale: il suo essere di provincia ma non provinciale. Ascoltandolo, sembra di avere davanti un personaggio uscito dalle stagioni migliori della Commedia all’Italiana, un immaginario a metà tra Amici miei e Ovosodo.

Quali sono gli elementi che compongono l’immaginario della comunicazione di M.A.?

Sono quelli della sua giovinezza, le sue passioni: i cavalli, Livorno, il Gabbione. Così nelle conferenze stampa, il manager crea ed è portatore di due livelli di comunicazione: quello corporate (azienda-squadra) quello dell’allenatore – manager (brand di sé stesso) quasi un incrocio asimmetrico, un cambio di segno rispetto ad una comunicazione di settore molto standardizzata. Si va dal globale al locale e non viceversa. Ed entrando nell’immaginario di M.A., ci si sente in un luogo accogliente, divertente, familiare: un po’ come stare dentro al presepe. È forse questo il valore che rende M.A. quello che molti manager ricercano: l’autenticità. Per questo, e altro, bisogna fare i complimenti ad Allegri.

 

Federico Pischedda
Mi occupo di Marketing declinando strategie tra ecosistemi Online e Offline. Il mio motto? Se sai solo di marketing, non sai niente di marketing.

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