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Perché il Teatro è un luogo di Marketing e Comunicazione?

Tutta la vita delle società nelle quali predominano le condizioni moderne di produzione si presenta come un’immensa accumulazione di spettacoli

“La società dello spettacolo” (titolo originale: La Société du Spectacle), G. Debord.

Guy Debord a Parigi nel 1954, Fotografia anonima conservata alla BnF

Guy Debord a Parigi nel 1954, Fotografia anonima conservata alla BnF

Questo content inizia nel peggiore dei modi, con una premessa: le differenze tra chi lavora nel marketing e chi nella comunicazione sono note (ecco un recap https://www.ufficioproduzioneclienti.it/marketing-e-comunicazione-qual-e-la-vera-differenza/ ) ma oggi assistiamo al condensarsi delle due discipline così che aziendalmente -soprattutto in un contesto a forte densità di PMI -vengono gestite da un unico responsabile con un team a supporto (nel migliore dei casi).

Teatro e marketing (& comunicazione)

Per chi lavora in ambito culturale l’accostamento dei due sostantivi nella stessa frase, nel migliore dei casi risulta “disdicevole“. Per chi lavora nel marketing, insolito, direi anche illogico. Ognuno di questi due interlocutori, ti guarda con un’espressione di ironica sorpresa, strabuzza gli occhi, poi con un velato sorriso e in relazione al grado di confidenza, ti domanda: ma sei fuori?

Non va meglio con l’HR. Diverso tempo fa, una selezionatrice di un gruppo bancario (5° gruppo in Italia su un segmento specifico) il quale si autodefiniva “innovativo” (strano) e “smart” (strano bis), vedendo il mio cv in ambito marketing e precedenti esperienze culturali, mi chiese più o meno:

ma non è che questo fatto del teatro va in contrasto col lavoro in banca?

Intravedendo una linea bohemé nel mio cv, espresse una certa preoccupazione. Ora, vorrei evitare di commentare una visione romantica ottocentesca, anche perché oggi, difficilmente andiamo al cinema a cavallo. Ma la dicotomia, per alcuni, evidentemente c’è. Ma è davvero un pregiudizio?

Nel 1967 usciva “La società dello spettacolo” (titolo originale: La Société du Spectacle) realizzato da G. Debord.

Riletto nel contesto in cui ognuno di noi diventa un brand e realizza strategie di personal branding all’interno di ambienti sociali (social network), dove la condivisione dell’esaltazione dell’immagine è il trigger cognitivo primario, il saggio può ancora suggerire delle riflessioni interessanti. In una strategia di marketing, i social media sono ambienti da riempire/occupare perché permettono di raggiungere molteplici target, influenzandone il comportamento (vedi il caso estremo Facebook-Cambridge Analytica).

Nel 2015 usciva in Italia, “La mucca viola“, di S. Godin

Copertina libro La mucca viola“, di S. Godin

Libro La mucca viola“, di S. Godin

Già nella descrizione del libro che fa l’editore, si legge:

In questo libro Seth Godin vi spiega come mettere una Mucca Viola in tutto ciò che ideate per arrivare a una soluzione che non passi inosservata. Un manifesto per chi vuole creare prodotti o servizi che rimangano memorabili.

per cui i prodotti, come elementi di una rappresentazione, devono colpire e distinguersi in quella che viene definita oggi la guerra dell’attenzione.

Dunque, oltre le tecnicità varie, che si danno per scontate, gli elementi “creativi” come: scrittura, tono di voce, storytelling, pubblic speaking e via dicendo, non fanno parte, allo stesso modo, del bagaglio culturale necessario per chi lavora nel marketing?

Se Aristotele promette rendite passive

Nella “Poetica”, Aristotele realizza ciò che oggi potrebbe essere un “manuale” sulle “buone pratiche” nella realizzazione delle opere teatrali. Ma c’è un principio molto importante nella performance: la verosomiglianza.

Aristotele

Aristotele

Prendiamo il caso più estremo: i guri o quasi-guru e i loro infoprodotti. Quando fanno adv (per esempio) bombardando di strillanti promesse di guadagni facili e seriali, mostrano, aderendo alla massima della scrittura “show don’t tell“, screenshot di conti bancari stellari, dove l’importante non è essere veri, bensì verosimili. E percepiti come reali dal pubblico.

Propp e le fiabe dei guru

Il professor Propp studiando la struttura delle fiabe ha sintetizzato lo schema di ogni narrazione, per cui fruendo ancora una volta dei video dei guru o quasi-guru, troviamo applicato lo stesso schema narrativo (in maniera meccanica e un po’ scolastica):

  • Equilibrio iniziale (esordio);
  • Rottura dell’equilibrio iniziale (movente o complicazione);
  • Peripezie dell’eroe;
  • Ristabilimento dell’equilibrio (conclusione).

E via via, scopriamo come vengono utilizzati gli strumenti narrativi come lo stile, il ritmo.

Abbiamo visto velocemente, alcuni elementi del mondo artistico/teatrale in una disciplina come il marketing e la comunicazione.

Ma cos’è lo spettacolo?

Guarda la pagina Instagram (o un esempio) qui sotto. Cosa vedi? Potrebbe essere l’influencer o una tua conoscente. E a questo punto chiediti: cos’è lo spettacolo?

Esempio di una pagina Instagram tratto da https://www.pinterest.it/pin/579486677049988082/

Esempio di una pagina Instagram tratto da https://www.pinterest.it/pin/579486677049988082/

Estremamente attuale, Deborg ci risponde:

Lo spettacolo non è un insieme di immagini, ma un rapporto sociale fra individui, mediato dalle immagini

Relazioni operative: spettacolo teatrale e piano editoriale

Il piano editoriale è una degli strumenti operativi del piano marketing.

In teatro abbiamo uno o più attori che si relazionano ad un pubblico, tramite la loro fisicità/immagine e voce. Fanno delle azioni, raccontando una storia.

Gli attori conosco il silenzio.

Sanno che nel silenzio, ce ne sono tanti: silenzio di noia, silenzio di attenzione, silenzio di suspense. La loro conoscenza è esperienziale: lo sentono se lo spettacolo è andato bene.

E allo stesso modo, una persone che si occupa di marketing deve creare un piano editoriale (storia) al cui interno ogni post (ogni scena della storia) sarà esposto ad un pubblico (tramite social network per esempio), su cui avrà un effetto. Non conosce “il silenzio” in prima persona, lo scoprirà analizzandone i KPI.

Personalmente, scrollando il feed di un social network, l’overload informativo è l’unica info che riesco a concettualizzare. Non ricordo niente. Adv, post, tutti molto simili, definiti sulla base dei miei interessi dedotti o espliciti, che diventano mura claustrofobiche, ripetitive, diversamente identiche. Ma cosa posso trovare, in questi ambienti, oggi?

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso

“La società dello spettacolo” (titolo originale: La Société du Spectacle), G. Debord.

Federico Pischedda
Mi occupo di Marketing declinando strategie tra ecosistemi Online e Offline. Il mio motto? Se sai solo di marketing, non sai niente di marketing.

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